Spiace constatare che a distanza di quasi 8 anni dalla sottoscrizione dell'accordo quadro, l'art 15 afferente la sistemazione alloggiativa decorosa per il personale appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria, in alcuni Istituti sia ancora un miraggio.
E' stato infatti segnalato a questa Organizzazione Sindacale che in occasione di una traduzione di due giorni di un detenuto minorenne, dall'IPM di Catanzaro al Cesare Beccaria di Milano, la relativa scorta composta da tre agenti ha dovuto giocoforza, atteso la tarda ora che non consentiva alternative, pernottare all'interno di una stanza che a definir obbrobriosa parrebbe finanche eufemistica, su cui peraltro la Direzione dell'IPM di Milano preventivamente contattata aveva osato definire idonea.
La stanza si presentava in condizioni igienico-sanitarie precarie, con materassi indecenti, armadi obsoleti con ante divelte, pareti lesionate, assenza di: comodini, lampade, sedie, poltrone, nessuna tapparella sugli infissi, un televisore senza antenna, porte raffazzonate, nessun frigo e per di più con un letto - il 4° mentre la tabella A allegata all' accordo quadro ne prevede massimo 2 - che riportava anche il nome di un detenuto.
Onde evitare ogni possibile dubbio si allegano anche le foto dove purtroppo nessun altro commento potrebbe essere aggiunto.
La poco edificante situazione oltre a segnare il passo in direzione della civiltà, pone seri dubbi su quel decoro che la stessa amministrazione penitenziaria richiede invece ai propri appartenenti.
Se la civiltà di un Paese si misura dallo stato delle carceri, la civiltà dell'Amministrazione penitenziaria si misura anche dallo stato delle caserme agenti.
Auspicando un concreto segnale, da parte delle Signorie loro, teso a riportare condizioni decorose agli alloggi sopra evidenziati ed in linea con la normativa vigente, si porgono distinti saluti .