Nel novero delle inefficienze ascrivibili al Provveditorato della Calabria e che inevitabilmente si ripercuotono sul personale operante negli Istituti penitenziari, si aggiunge la scelta – anche questa fallimentare - dell’aggiudicazione dell’appalto inerente la vendita di generi extra-vitto (c.d. Sopravvitto) ad una Ditta che si sta contraddistinguendo per non osservare il contratto che si era aggiudicata.
Difatti, da quanto si apprende, pare che non rispetti le consegne degli alimenti nei giorni prestabiliti, alimenti che vengono ordinati e pagati con i fondi dei detenuti – la cosiddetta spesa settimanale - e tutto ciò sta comportando disagi non solo per la popolazione detenuta ma anche per i riflessi sulla sicurezza: in alcuni Istituti i detenuti da più giorni si starebbero rifiutando di rientrare trascorrendo la notte nei corridoi anziché nelle camere detentive.
In un Paese serio sarebbe stato già rescisso il contratto con l’addebito delle penalità ed invece nel bengodi della Calabria non accade nulla in spregio alle regole cogenti sugli appalti.
Tutto ciò lascia molti dubbi ed appare anche inspiegabile.
Atteso che da giugno 2022 i nuovi appalti saranno tutti da rinnovare e soprattutto saranno ad evidenza europea, sarebbe bastata una proroga di 6 mesi della Ditta che si occupava già della erogazione del servizio – scelta operata in quasi tutte le Regioni – e non sarebbe accaduto lo scempio attuale con riflessi anche drammatici sulla sicurezza degli Istituti ed anche della sicurezza esterna.
E’ inconcepibile la circostanza che ci sia un disinteresse palese rispetto ad un fatto di incredibile gravità e che comporta ulteriori conseguenze e responsabilità in capo ai Direttori – anch’essi lasciati da soli - a doversi inventare delle soluzioni per colmare le lacune e gli errori di chi dovrebbe dare impulso, indirizzo e risposte.
Non appare superfluo ricordare che quanto sta accadendo non deve essere sottovalutato, rammentando peraltro quanto avvenuto – per molto meno in alcune regioni – quasi due anni orsono dove le carceri vengono ancora tragicamente ricordate con le “rivolte dei 3 giorni”.
Purtroppo non è solo tale aspetto ad alimentare le difficoltà operative di questa dimenticata Regione ma anche la cattiva gestione dei detenuti, l’aumento delle aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria, la mancanza di risposte adeguate, l’assenza di trasparenza, l’inesistenza di regole, etc. etc.
Questa OS non può che rinnovare la richiesta, al Capo del Dipartimento Presidente Bernardo Petralia, di un intervento serio che riporti serenità negli Istituti Calabresi anche prevedendo l’avvicendamento di un Provveditore assente, prima che sia troppo tardi.
Intanto le carceri calabresi sono sempre più delle polveriere e l’insufficiente personale ivi operante è sempre più a rischio.