Più volte, durante le occasioni di confronto che le sono state offerte, la UILPA Penitenziari ha rappresentato alla S.V. l’ineludibile necessità di (ri)affermare i diritti, anche costituzionali, degli appartenenti alla Polizia penitenziaria della regione e che continuano ad essere fortemente compressi e talvolta persino negati pure da modelli organizzativi e pratiche operative che non consentono alcuna programmazione dei servizi, nell’ambito dell’orario di lavoro, e nei quali l’articolazione dei turni di servizio e l’impiego dei singoli operatori nei medesimi sembra sfuggire a qualsiasi regola preordinata, per gravare quasi esclusivamente sull’estemporanea inventiva dei responsabili ultimi della “linea di comando”.
Con altrettanta ostinata frequenza la UILPA Penitenziari ha altresì richiamata l’indegradabile esigenza di dare compiuta attuazione alle direttive, perentorie e cogenti, del Capo del DAP, quali, in particolare, la nota n. GDAP-0206745-2012 del 30 maggio 2012, la nota n. GDAP-003697-2013 del 29 gennaio 2013 e la circolare n. 3649/6099 del 22 luglio 2013, soprattutto al fine di assicurare che “i carichi di lavoro – intesi come numero di turni lavorativi e compiti individuali – non superino la soglia della forza disponibile e delle capacità soggettive”.
Le medesime disposizioni, per la parte che specificatamente riguardano i diritti, il benessere ed i posti di servizio del personale, sono state peraltro reiterate dal Capo e dal Direttore generale del personale e della formazione, rispettivamente, con nota n. GDAP-0140584-2014 del 15 aprile 2014 e lettera circolare n. GDAP-0144378-2014 del 17 aprile 2014.
È di tutta evidenza, pertanto, che la sostanziale inerzia nell’esecuzione delle precitate disposizioni, che si registra pressoché in tutte le sedi penitenziarie della circoscrizione, continua a porsi in aperto contrasto con il vigente quadro normativo e con gli attuali indirizzi organizzativi.
Si è peraltro indirettamente appreso che la S.V. con nota n. 0015014/U.O.R.P.F./Sett. P.P./2014 del 16 aprile 2014 ha invitato le Direzioni degli istituti penitenziari della regione ad “elaborare un nuovo modello organizzativo che sarà proposto secondo le direttive e le modalità di cui alla Circolare GDAP-0206745-2012 del 30/05/2012” entro il 30 giugno 2014.
Nel corpo della missiva, altresì, la S.V. non ha mancato di ribadire che “la realizzazione del progetto va accompagnata da incontri con le organizzazioni sindacali (…) non limitati agli obblighi normativi riferiti all’accordo quadro circa l’organizzazione del lavoro, … …”.
Durante la riunione con le OO.SS. regionali del 2 luglio u.s., proprio su interrogazione di chi scrive, la S.V. ha cortesemente riferito che, atteso l’inutile spirare del citato termine 30 giugno per l’invio dei progetti di istituto secondo le prescrizioni enunciate per gran parte (se non tutte) delle Direzioni interessate, avrebbe provveduto ad apposite sollecitazioni con fissazione di altro “termine perentorio”.
Ad oggi, tuttavia, non si hanno nuove notizie a riguardo e solo dalla Direzione della Casa Circondariale di Reggio Calabria–Arghillà si è saputo della recente trasmissione di un elaborato, di cui non sono stati peraltro partecipati i contenuti.
Analogamente, nessun incontro, neppure limitato agli “obblighi normativi”, è stato tenuto con le Organizzazioni Sindacali presso le sedi competenti sull’argomento (è di queste ore la convocazione della Direzione della Casa Circondariale di Paola).
Tanto rappresentato, nell’auspicio che il richiamato documento della S.V. non abbia voluto costituire esso stesso il fine, ma verosimilmente uno degli strumenti per perseguirlo, si prega di voler fornire circostanziati ragguagli in relazione alla materia de qua e, soprattutto, di agire pragmaticamente per quanto di doverosa competenza allo scopo di determinare l’esecuzione delle disposizioni dipartimentali e la salvaguardia, reale e tangibile, dei diritti degli appartenenti alla Polizia penitenziaria nel territorio di pertinenza anche attraverso il serrato confronto con le Organizzazioni Sindacali ai diversi livelli di interlocuzione.
Nell’attesa, molti cordiali saluti.