Gentile Dottoressa,
riteniamo opportuno, se non doveroso, intervenire in merito all’emanazione di una serie di Decreti Dirigenziali, che a partire dal decreto n° 96 del 13.06.2019 ad oggi sono spesso tra loro discordanti se non addirittura in netto contrasto, non delineando l’essenziale linea di continuità che dovrebbe prevedere una organizzazione del lavoro affinché possa definirsi tale.
Sembra invero di assistere ad una “disorganizzazione dell’organizzazione”; il primo decreto sopra citato, infatti, annunciava l’avvio a far data dal 2 settembre di una nuova organizzazione del lavoro sulla base di uno schema esplicito da Lei individuato e che ha trovato la condivisione delle Organizzazioni Sindacali.
Il progetto di un nuovo modello organizzativo ha reso necessario, come diretta conseguenza, la revisione dell’accordo decentrato sull’impiego degli operatori di Polizia penitenziaria in grado di regolamentare le funzioni del futuro assetto.
Purtroppo, però, come spesso accade a Vibo Valentia da qualche tempo, sorgono decreti dirigenziali e/o disposizioni di organizzazione interna che vanno in netta collisione con quello stesso schema da Lei proposto e che è alla base di un accordo decentrato appena sottoscritto.
Ancora prima della conclusione dell’accordo abbiamo registrato un’inversione di rotta che ha indirizzato l’attenzione di tutti i componenti del tavolo di contrattazione su un’unica unità operativa, il NTP (composta da 22 unità), spesso non curandosi delle problematiche che potrebbero sorgere con l’avvio del nuovo modello organizzativo, il quale statuisce una trasformazione ed un riordino delle funzioni operative della struttura penitenziaria, e trascurando così di prevedere e metter in atto tutti gli accorgimenti e le indicazioni necessarie al fine di garantire la fluidità e l’efficacia del nuovo assetto che si sta delineando.
Si è deciso di tralasciare la circostanza che l’apertura dello spaccio agenti è andata a defettare di una unità nel ruolo dei sovrintendenti l’unità operative del N.T.P., e nonostante questa OS ne avesse sollevato la problematica, si è fatto come se ciò non appartenesse al mondo reale.
Si è emanato, a breve distanza, un decreto dirigenziale (n° 126 del 15.07.2019) collocatosi nella scia dell’inversione di rotta, con la previsione di un vice responsabile al settore delle video conferenze che non ha riscontro nello schema originario da Lei sottopostoci; incremento del quale questa OS ha chiesto notizie con nota n° 124/19 del 17/07/19 senza ad oggi averne ricevuto riscontro.
È giunto poi il decreto dirigenziale n° 146 del 27/08/2019 che ha avviato la riorganizzazione del lavoro, ma che l’ha resa a tempo determinato. E non solo, si parla di un decreto che si ricorda perfettamente di inserire una unità del ruolo dei sovrintendenti all’unità operativa colloqui, ma che dimentica che l’unità operativa NTP ne è decisamente sprovvista.
Un avvio temporaneo che comunque non determina quale sarà l’esatta struttura della nuova unità operativa logistica, perché incapace di includere provvedimenti idonei alla necessaria funzionalità di tale unità, ove gli addetti che vi sono stati collocati lavorano del tutto o quasi demotivati in virtù del fatto che non hanno certezza del loro futuro, in quanto ivi adibiti in via provvisoria e senza precisa competenza attribuita a causa di una fungibilità che dovrebbe giustificarne la presenza seppur temporanea.
Ancora, non solo non si è ritenuto opportuno regolarizzare il numero di unità ridistribuendo nelle altre unità operative il personale in eccesso, ma non si è nemmeno pensato di prevedere una soluzione in tempi brevi, al fine di regolarizzare ed omogenizzare l’operosità della nuova organizzazione con il modello originario.
Non contenti poi del livello di entropia che si è venuto a creare, si è proceduto all’inserimento temporaneo e intuitu personae di una unità allo spaccio – della quale peraltro non si discute la necessità soprattutto per la funzione che lo spaccio ricopre in relazione al benessere del personale – senza prevedere però tempestivamente un interpello straordinario, come del resto ci era stato da Lei annunciato informalmente.
Come se non bastasse, rimangono disattesi gli impegni della Direzione, nonostante e a dispetto dell’apertura di credito accordata in tal senso dalle OO.SS., a ripristinare il numero degli addetti al NTP nel momento in cui fosse venuta meno l’esigenza causata dall’assenza di un autista sospeso dal servizio; situazione ulteriormente peggiorata quando è stata esaudita la richiesta di uscita da tale unità operativa di un operatore senza provvedere alla sua contestuale sostituzione conformemente a quanto previsto dalle regole vigenti.
Come ciliegina sulla già glicemica torta, arriva poi il decreto n° 160 del 16.09.2019 che ha all’oggetto una proroga, con parziale modifica e integrazione, del n° 148, e che, evidentemente per esclusivi limiti di chi scrive, si ha difficoltà a comprendere.
Tale decreto esordisce con parziale modifica ed integrazione di un decreto n° 105 del 15.07.2019 che invece ci risulta essere del 22.06.2019; decreto per il quale questa OS, in data 01.07.2019 con nota n° 117/19 ne ha chiesto formali spiegazioni senza ottenerne, ancora una volta, riscontro.
Decreto n° 105, peraltro, di cui viene certificata l’emissione e la vigenza nonostante quanto verbalizzato nell’incontro del 04.07.2019, laddove questa OS è stata tacciata di un tentativo di voler ridicolarizzazione la Direzione (sic!).
Ora sarebbe interessante capire se tale decreto permane in vigore per come è stato emanato e se le previsioni in esso contenute restano altrettanto invariate; perché se così fosse, inevitabilmente, si sarebbe obbligati a chiedere nuovamente un approfondimento sulla natura dell’istituzione di un “Nucleo territoriale permanente” e di un suo relativo responsabile dei quali tuttora non si sconoscono funzioni, compiti, modalità di costituzione e, soprattutto, presupposti giuridici.
Il decreto n° 160 di cui all’oggetto, dispone – come detto – la proroga del decreto n°148 e di conseguenza della nuova organizzazione del lavoro, sino al 15 ottobre, ma al contempo dà avvio al settore video conferenze che quasi come per magia ora risulta appartenere all’unità operativa matricola anziché all’unità operativa colloqui.
Altresì, si demanda al vice responsabile, anziché al responsabile, dell’unità operativa logista in concerto con il comandante del reparto, l’individuazione dell’operatore che deve provvedere alla ricarica delle chiavette dei distributori automatici in funzione presso la sala colloqui, e si rimarca la fungibilità del personale di tale unità operativa, confermandone la provvisorietà e l’incertezza.
Si scioglie, poi, la riserva sul vice responsabile dell’unità operativa colloqui, individuandolo in un sovrintendete, e ci si continua a dimenticare della carenza di tale ruolo nell’unità operativa NTP, ma forse perché si è coscienti di aver superato il numero previsto di addetti per tale unità e pertanto si spera che la carenza in tale ruolo non sia notata.
Sorprende, inoltre, trovare nel decreto la convocazione per un confronto sindacale, non riuscendo a comprendere il tenore che si voglia dare a quest’ultimo tanto da inserirlo, appunto, nel corpo di una decretazione afferente a disposizioni interne.
E’ dunque lapalissiano che tale organizzazione si connota per precarietà e inefficacia, come del resto più volte segnalato da questa OS nei vari incontri precedenti; segnalazioni, anche se spesso non verbalizzate, che suggerivano di assumere provvedimenti da rendere esecutivi prima dell’avvio del nuovo assetto, come per esempio il non dar seguito agli interpelli per quelle unità operative che non avrebbero trovato riscontro nella nuova organizzazione, prevendendone invece altri straordinari atti ad appianare la distribuzione del personale, al fine di evitare l’insorgere molte delle problematiche sin qui elencate.
Purtroppo, la babele che si vive e si respira alla casa circondariale di Vibo Valentia suscita sconcerto e malcontento negli operatori e incide negativamente sul benessere organizzativo che per questa OS non può essere circoscritto alla mera riapertura dello spaccio, la quale dovrebbe esser corroborata da una serie di provvedimenti utili a porre in accettabili condizioni lavorative gli operatori, che hanno il preminente diritto di poter lavorare in un clima di sicurezza e serenità.
Rebus sic stantibus, suggeriamo alla S.V. di procedere a una disamina compiuta dello stato dell’arte, soprattutto al fine di individuare obiettivi chiari e definiti – anche in funzione del progetto d’istituto, del quale si richiede nuovamente la trasmissione – e solo a seguito di ciò emanare le decretazioni consequenziali, così da consentire l’individuazione di un modello organizzativo e di impiego degli operatori rispondente all’esigenze operative.
Molti cordiali saluti.