Vengono segnalate alcune presunte sperequazioni in relazione all’impiego di operatori del Corpo di polizia penitenziaria non stabilmente adibiti al Nucleo Locale in traduzioni di detenuti “a lunga percorrenza”.
In particolare, si riferisce di una regola “non scritta” (e peraltro condivisibile) per la quale, salvo i casi di assoluta necessità e urgenza, nelle traduzioni a lunga percorrenza dovrebbe essere preferito il personale addetto al Nucleo rispetto ai primi.
Tuttavia, detta regola verrebbe attuata con un’elasticità tanto variabile da essere percepita come una “non regola” e, piuttosto, alla stregua di uno strumento da richiamarsi solo surrettiziamente all’occorrenza (tanto che l’applicazione della medesima in passato è stata all’origine di una sanzione disciplinare, seppur per le reazioni che ne sono scaturite).
Proprio negli ultimi giorni, infatti, per come riferito, sembra che sia frequente l’impiego di operatori non stabilmente adibiti al Nucleo Locale nelle traduzioni di cui si discute senza che se ne intravedano ragioni oggettive.
Per quanto accennato, si prega la S.V. di voler fornire cortesi informazioni a riguardo e, soprattutto, ove necessario, di voler meglio disciplinare la questione.
Nell’attesa, molti cordiali saluti.