logo banner top calabria

Egregio Direttore, questo Coordinamento sindacale ha appreso della sua volontà di voler procedere ad una riorganizzazione dell’Area Amministrativo-Contabile secondo criteri e parametri proposti e condivisi con funzionario contabile del citato settore.
Qualora tale circostanza dovesse trovare riscontro e corrispondere al vero, si diffida la S.V. a modificare qualunque incarico o posto di servizio che all’interno della medesima area ricada in capo o nelle competenze del Personale di Polizia Penitenziaria lì incardinato ed a questi assegnato in virtù della partecipazione all’Interpello Generale anno 2018/2020 o per qualunque altra ragione derivante da particolari peculiarità del personale lì attualmente in servizio.
Tanto si reclama non per l’esercizio di un veto che di certo non rientra nelle prerogative di questa organizzazione sindacale, ma per un mero rispetto della trattativa che la S.V. ha in corso con le OO.SS di questo reclusorio e che ha per oggetto la “Rimodulazione del PIL” ossia della piattaforma contrattuale in cui tale intendimento, qualora corrispondesse al vero e fosse adeguatamente proposto ed argomentato dalla Parte Pubblica, può avere la sua trattazione e magari la sua soluzione concordata.
Questo coordinamento, infatti, non ha alcuna preclusione a discutere presso il citato tavolo sindacale della razionalizzazione di tutte le unità di polizia penitenziaria presenti presso gli uffici della direzione - tant’è che rimodulazione del PIL ciò dovrebbe indicare e non anche “Riorganizzazione del lavoro della Casa di reclusione di Rossano Calabro in (nuove???) unità operative” come invece ci si sta intestardendo a fare -  ma non può non evidenziarLe come tale proposito appare in forte contraddizione circa l’idea partecipata dalla S.V. a tutte le organizzazione sindacali in occasione delle trattativa da Ella presiedute quale Parte Pubblica, allorché proponeva la riduzione del Personale in forza al locale Ntp compensata appunto da quello attualmente in servizio presso gli Uffici della Direzione, inserito all’interno di unità operativa posta sotto il diretto coordinamento del Responsabile dell’Ntp e da questi impiegato nei servizi di traduzione al bisogno.
La UILPA Polizia Penitenziaria le ribadisce che non darà mai alcun assenso alle modifiche all’organizzazione del lavoro della Casa di reclusione di Rossano che non siano rispettose delle determinazioni dell’Interpello Generale per gli anni 2018/2020 che, si ribadisce, non più tardi di quattro mesi fa ha avuto il suo completamento definitivo.
Tuttavia, seppur disponibile al dialogo per rispetto istituzionale e per valutare eventuali proposte suscettibili di miglioramento lavorativo per tutto il Personale di Polizia Penitenziario in servizio, di certo non darà il proprio assenso né tacerà innanzi a scelte o a decisioni che la S.V. dovesse intraprendere unilateralmente, specie poi se queste dovessero originare da proposte di riorganizzazione di lavoro mutuate dal Personale Amministrativo della locale Area Contabile – seppur con funzioni di responsabile - che si riverberassero “in peius” sul Personale di Polizia Penitenziaria lì incardinato.
 
Questa Segreteria Sindacale plaude al miglioramento strutturale dei locali della Mensa Agenti e di quello della costituenda Sala Conferenza svecchiati e modernati dall’azione rinnovatrice del direttore in missione, così come apprezza i propositi di ripristino ed indirizzo verso nuove attività e lavorazioni di aree interne all’Istituto sottutiizzate se non abbandonate, potenzialmente migliorative anche delle condizioni di detenzione della popolazione detenuta ivi ristretta.
Le chiede però che l’attenzione posta al miglioramento ed al recupero di tali spazi dell’Istituto compenetranti altresì il principio del benessere del personale, venga indirizzata anche verso le altane dentro cui viene svolto il servizio di vigilanza armata lungo la perimetrazione del muro di cinta, atteso che è noto come le tettoie delle medesime non forniscano alcun impedimento a qualunque evento meteorologico vi si abbatti rendendovi altamente pericoloso lo svolgimento del servizio per il Personale che ve lo assicura.
Le chiede di porre fine alla sperequazione tuttora vigente circa i coordinamenti dei servizi dell’Istituto conferiti agli ispettori in forza a questo reclusorio, atteso che, ancora in capo ad uno di essi ne risultano affidati due mentre nessuno ne è conferito ad altro appartenete al ruolo degli ispettori, così come sembra altresì propostoLe, proprio per porre fine a questa disparità, dal Comandante del Reparto.
A tal proposito Le si chiede di voler finalmente disporre che ad ogni legittima assenza dal servizio del Comandante del Reparto titolare questi venga sostituito dal funzionario in missione ivi incaricato quale Coordinatore del locale Ntp ed anche quale Vice Comandante del Reparto, altrimenti non si intuisce la “ratio” della richiesta al Superiore Prap di avere un funzionario che ne svolgesse le funzioni sottratto altresì al proprio coordinamento presso altro istituto della regione ed ivi in servizio con trattamento di missione.
Questa nota che Le si indirizza è scevra di qualunque intento polemico o di contrapposizione all’azione amministrativa da Ella esercitata ed a quella che  intenderà di esercitare.
Lo spirito che la pervade è quello di fornirLe un punto di vista diverso rispetto a quelli da Ella percepiti, maturati o, magari, riferiti da collaboratori a Lei prossimi.
Veda, Signor Direttore, questo Istituto ha già vissuto le sue stagioni caratterizzate dalla produzione di ordini di servizio un chilo al giorno, dove spesso quelli del giorno dopo annullavano quelli del giorno prima o che a seconda della grafica con cui venivano emessi si poteva comprendere da quale istituto penitenziario della regione erano stati mutuati, emanati, addirittura, senza che si tenesse conto delle diversità strutturali di questo reclusorio rispetto a quello dove l’originario provvedimento aveva il suo effetto ed il suo senso e mantenendo atresì riferimenti a strutture o a posti di servizio ivi mai costituiti e presenti.
Ciò che questo coordinamento vorrebbe evitare è che tutto questo si ripetesse, di modo che il paventato rinnovamento - auspicato tra l’altro da tutti – specie se proposto come imput dato dai Superiori Uffici, coincidesse veramente con l’esercizio di un’azione amministrativa condiviso e concertato nel modo più armonico possibile, saldamente ancorato al consenso più ampio, e non invece percepito e virato secondo l’enunciato di gattopardiana memoria “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, svilente magari persino di quegli imput in nome dei quali viene prospettato. 
Distinti saluti.