Questa Organizzazione Sindacale, con molto rammarico, deve intervenire nuovamente in merito alla grave situazione epidemiologica che ha colpito pesantemente l’Istituto Penitenziario di Catanzaro.
L’impressione è che ci sia stata una sottovalutazione del problema e che le misure adottate non siano state adeguate, diversamente non si comprende il trend di crescita progressivo dei contagiati.
Lungi dal voler ergersi a saccenti, soprattutto di fronte a questa nuova pandemia in cui anche la scienza continua a rincorrere il virus, ritiene che vadano adottate misure più stringenti e coordinate.
Sin dall’inizio era stato richiesto che intervenisse una task force medica all’interno del Reparto maggiormente colpito, ma nessun segnale positivo in tale senso è stato registrato.
Viene riferito che per quanto concerne una delle operazioni più contagiose – la svestizione dei DPI – avvenga con due diversi percorsi per Polizia Penitenziaria e per Medici e Infermieri. Questi ultimi infatti effettuano tale operazione in settore diverso dalla sezione detentiva, utilizzando ascensori e percorsi in cui transitano Polizia Penitenziaria e detenuti. La cosa più grave e che tale percorso e tali luoghi non vengano sanificati di continuo.
Non si comprende se siano stati meglio specificati gli step della svestizione a tutto il personale che espleta l’attività lavorativa, in particolar modo nel reparto più a rischio, anche attraverso apposite disposizioni e immagini.
Continua a ritenere opportuno che il Personale di Polizia Penitenziaria venga sottoposto a tampone all’interno della tensostruttura dell’Istituto e non sia costretto ad accedere a strutture esterne.
Probabilmente si sta sottovalutando la straordinarietà e la pericolosità della propagazione del virus nell’Istituto.
Atteso il numero preoccupante di detenuti positivi, forse, non è il caso di iniziare a valutare il trasferimento in altre strutture? Anche perché gli spazi ristretti diventano essi stessi fonte di infezione e di diffusione del virus. Sono aumentati i detenuti con difficoltà respiratorie che hanno richiesto il ricovero in strutture ospedaliere. Sotto un profilo logistico è impensabile gestire l’impressionante mole di positivi nello sesso reparto. Il clima che si respira nella sezione è oramai infuocato e difficilmente si potrà continuare a gestire il reparto senza ulteriori aumenti di personale.
Presumibilmente nemmeno gli Ospedali registrano lo straordinario numero di 71 pazienti positivi nella stessa struttura, senza contare i 17 appartenenti al Corpo risultati anch’essi positivi.
In una situazione del genere i cosiddetti protocolli – di cui si richiede comunque una riunione per valutarne l’aggiornamento sulla base dell’evoluzione - diventano semplicemente dei sostantivi e possono produrre effetti perlopiù superflui , invero in tale contesto serve una ripartenza ed una organizzazione differente che non può prescindere dall’implementazione del personale medico infermieristico e OSS e che siano esclusivamente impegnati nel reparto per 24 ore al giorno, con sanificazione continua di tutti i percorsi.
Diversamente si rischia di vanificare anche lo straordinario e coraggioso contributo che gli uomini della Polizia Penitenziaria di Vibo Valentia in particolare, ma anche di Crotone, stanno fornendo a questa struttura detentiva.
Alla fine di questo incubo, sebbene sia sicuramente modico ed esiguo rispetto al contributo che sta fornendo, tutto il personale che sta prestando servizio nel Reparto della Reclusione, il personale che è intervenuto in missione e quello che si sta occupando dei piantonamenti dovrà essere quantomeno ripagato con la proposta di cui all’articolo 75 del DPR 15 febbraio del 1999, n. 82 – ricompense e riconoscimenti -.
Si resta in attesa di urgente-cortese riscontro.