Dopo gli interventi legislativi varati per ridurre il sovraffollamento negli istituti penitenziari, legati essenzialmente alla sentenza adita dal detenuto Torreggiani, con il conseguente miglioramento dell’aspetto della umanizzazione della pena nei confronti dei detenuti ed un più coerente approccio ai dettami della Costituzione , si avverte in maniera sempre più cogente la necessità di dedicare maggiore attenzione alla polizia penitenziaria che in tale periodo si è fatta carico di un immane lavoro.
E’ arrivato il momento, dunque, di mettere in campo quelle strategie e quelle risorse per affinare l’aspetto professionale e per rendere più consistente il malnutrito capitolo del “ benessere del personale “, senza trascurare l’esigibilità dei diritti che poca attenzione hanno trovato in chi aveva forse l’obbligo di puntellarli e garantire, anche attraverso questi, maggiori stimoli e propulsione.
Come è ben noto nel lavoro penitenziario il rischio di ammalarsi del –Burn Out- è sicuramente elevato, esso secondo cultura scientifica si manifesta laddove vi è: alto carico di lavoro con ricorso al lavoro straordinario, ripetitività del lavoro, rischi per la salute e sicurezza, scarsi contatti sociali, sottoutilizzazione delle competenze e conoscenze ecc..
Nella realtà dell’Istituto penitenziario Catanzarese – non dissimile è il dato negli altri Istituti penitenziari calabresi- la maggior parte del personale si avvicina ai 50 anni di età e quasi 30 anni di servizio trascorsi nelle patrie galere e tra i sintomi psicosomatici più diffusi si possono enumerare: in primis lo stato ansioso, seguito da disturbi cardiovascolari, ipertensione, ecc.
A fine di prevenire il burn out sarebbe auspicabile, ragionare anche su un diverso approccio del welfare per la Polizia Penitenziaria capace di superare i disagi, stimolare la professionalità del personale dipendente, favorire l’accesso a diversi servizi, mettere in atto forme di sostegno etc.
In questa ottica non stonerebbe implementare le attività ricreative, ludiche, culturali che favoriscono l’aggregazione e la distensione del personale. Tra le proposte che questa O.S. intende avanzare e che non esauriscono l’ampio spettro delle opportunità possibili, si mettono in evidenza:
- 1)Convezione con enti esterni per l’utilizzo di piscina a prezzi convenienti;
- 2)Convenzione per l’utilizzo di strutture ricettive estive di altre forze di polizia e/o private;
- 3)Molto si è parlato dei centri di ascolto e non si comprende cosa siano;
- 4)Consentire l’acquisizione di moduli della patente Europea del computer;
- 5)Favorire, tramite l’Organizzazione di appositi corsi, la conoscenza e l’approfondimento di altre lingue
Nell’ambito invece delle cose esistenti, poco funzionanti e che andrebbero invece curate e rese attuabili vi sono:
- 6)A poco serve avere un locale palestra agenti se poi lo stesso lo si utilizza, oramai da più di un anno, quale deposito di materiale – sgabelli, tavoli, brande, e centro smistamento del vestiario e dei registri per la regione – e rendendolo di fatto impraticabile per il fine per cui era stato creato. La soluzione non può che passare attraverso la creazione di un nuovo edificio da utilizzare quale deposito del materiale sopra riportato e rendere praticabile la palestra, implementandone le funzioni .
- 7)Gli attrezzi della palestra sono stati spostati nel locale comune adibito a spogliatoio e docce. E dunque anche quest’altro locale ha perso la funzione che gli era stata assegnata;
- 8)La sala convegno, andrebbe approvvigionata di ulteriori generi alimentari dalla ditta appaltatrice;
- 9)Si attende da tempo l’installazione di nuovi distributori automatici, fortemente richiesti dal personale nelle ore in cui è chiuso il bar;
- 10)Non esiste un campo di calcetto e sarebbe possibile realizzarlo nel terreno antistante il muro di cinta. Terreno che viene invece utilizzato ogni anno per ospitare le giostre nei periodi di festa della città di Siano.
- 11)E’ stato realizzato un gazebo con delle panchine, situato all’esterno del locale ristoro che stona sicuramente con la cementificazione selvaggia che ha subito la Casa Circondariale “ Ugo Caridi “ di Catanzaro . Non sarebbe male impiantare dei fornetti e favorire momenti di aggregazione tra il personale;
Confidando in un intervento deciso della Signoria Vostra, che miri attraverso un intervento fattivo dell’ente preposto a rendere effettivo tale sostantivo “benessere” - che è sinonimo di vigore, di prosperità, di energia, di equilibrio ed anche di soddisfazione , termini sino ad ora quasi sconosciuti in riferimento alla Polizia Penitenziaria – , si inviano cordiali saluti.