Questa Organizzazione Sindacale è fortemente preoccupata per quanto sta accadendo presso l’Istituto da lei diretto, in particolar modo per una strisciante disparità di genere che non trova alcuna giustificazione – e non potrebbe mai trovarla nelle norme vigenti- su tutto ciò che è stato concordato sul piano ferie estivo.
Viene riferito che ad una lavoratrice, peraltro distaccata e dunque di supporto dell’Istituto, siano stati ridotti i giorni di ferie rispetto ai lavoratori della struttura. Si rammenta che presso l’Istituto “ Ugo Caridi” di Catanzaro sono stati concordati 18 giorni per tutti i lavoratori senza alcuna discriminazione o condizioni di disuguaglianza.
Pertanto riservare ad una lavoratrice – rectius costringere – un trattamento in pejus che prevede la fruizione di soli 10 giorni in luogo dei 18 concordati non può che essere un fattore di preoccupazione e soprattutto di palese sperequazione.
Sotto tale profilo auspica un suo immediato intervento teso a ripristinare pari condizioni sul luogo di lavoro e nella erogazione dei diritti.
Preoccupa altresì la circostanza che le donne non vengano agevolate nemmeno sui turni di lavoro e che non venga tenuto conto dei diritti di genitorialità.
Presso tale struttura, oramai, da tempo vengono espletati solo turni da 8 ore che non sono mai stati concordati con le OOSS, senza riguardo per le madri con figli piccoli e per i lavoratori che da tempo attendono risposte su agevolazione dei turni per chi, ai sensi del D. Lgs 151/2001, nel proprio stato di famiglia ha un parente disabile grave.
Catanzaro non può essere il crocevia dei diritti……………………………….
Non ritiene tuttavia che vi siano pregiudizi culturali ma sicuramente disattenzioni che, se lasciate nell’oblio, determinano disparità enormi che non hanno più ragioni di esistere.
Peraltro nei prossimi giorni questo Istituto sarà attenzionato con un incremento di circa 33 unità di cui 11 donne e dunque è il caso che si inizi anche a ragionare su come ottimizzare il funzionamento dell’Istituto – in particolar modo di alcuni uffici- partendo dal presupposto che le donne siano una risorsa importante.
Al pari degli Uffici anche il settore NTP andrà incrementato partendo sempre dal presupposto di una ragionata integrazione di aliquota femminile.
Non può peraltro sottacere sulla circostanza che stia diventando oltremodo pesante il servizio di vigilanza armata e sotto tale profilo riceve diverse lamentele afferenti la circostanza che le donne vengao impiegate – oberate- di tale servizio con 4 ore nel turno diurno e 4 ore nel turno notturno. Anche qui è il caso di ripensare tale modalità di servizio con una più equa distribuzione evitando disagi legati a tale carico di lavoro, anche attraverso la previsione della sostituzione di una aliquota della vigilanza armata con un più agevole -ed anche più utile- servizio di pattuglia automontata.
Forse è il caso che venga concordato con le OOSS l’orario di servizio ed in particolar modo dovranno essere rivisti i turni di 8 ore iniziando sin da subito a garantire, in tutte le unità operative, turni di 6 ore per come previsto dalle norme vigenti.
Auspica un suo intervento in tempi brevissimi, ricordando che va cambiato il paradigma culturale su cui si fonda la disparità di genere, proprio perché in futuro non ci sia bisogno di strumenti a tutela di quella che non è neanche una minoranza, anzi, tutto il contrario.
Porge distinti saluti.