Le scriventi Organizzazioni Sindacali nel prendere atto della risposta insufficiente (allegato 1) alla nota unitaria del 9/9/21 (Allegato 2) sulle criticità del sistema penitenziario calabrese non possono che proclamare lo stato di agitazione del Personale di Polizia Penitenziaria.
Difatti nella predetta nota nonostante avessero rappresentato quanto stava accadendo all’interno degli Istituti Calabresi – dove in alcuni di essi si è superato ogni limite di sopportazione –, la replica del Provveditore della Calabria, che non è stata trasmessa a tutte le OOSS Regionali e di cui non se ne comprendono i motivi, non soddisfa assolutamente le richieste avanzate ed anzi, sembra contenere una sorta di lezione sul tema delle relazioni sindacali e sulle materie oggetto di confronto con i rappresentanti dei lavoratori.
Devono assolutamente dissentire perché questioni importanti come la sicurezza sui luoghi di lavoro, l’organizzazione del lavoro, le dotazioni organiche, la mobilità, sono argomenti importantissimi che devono essere affrontanti con i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali.
La poca attenzione posta poi al tema della gestione dei detenuti con “disagio psichico” emerge in tutta la sua evidenza nella stessa risposta fornita alle OO.SS., dove si afferma sostanzialmente che è in corso una rilevazione per avere un quadro di riferimento…
A fronte della situazione che si è determinata le Organizzazioni Sindacali in Intestazione annunciano lo stato di agitazione regionale e chiedono che negli Istituti Penitenziari:
- vengano ripianate le gravi carenze d’organico di questa Regione che non è stata ben rappresentata da chi nell’Amministrazione Penitenziaria aveva il dovere di farlo;
- siano garantite condizioni lavorative in sicurezza che purtroppo a tutt’oggi non sono assicurate e spesso ne hanno fatto le spese i colleghi, i medici etc.;
- si limiti la presenza negli istituti penitenziari di detenuti con malattie psichiatriche, si migliori la gestione di questi ultimi anche attraverso l’implementazione del personale sanitario specialistico;
- si effettuino con immediatezza i trasferimenti dei detenuti violenti autori di minacce ed aggressioni al personale anche attraverso l’interessamento degli Uffici Dipartimentali;
- si riattivino corrette ed intense relazioni sindacali allo stato inesistenti;
- per le condizioni strutturali delle carceri - obsolescenza, insufficiente automazione, mancata realizzazione in molti istituti di quanto previsto dall’art.7 del DPR 230 del 2000;
- situazioni queste che sviliscono la qualità del lavoro e che si riverberano su tutti coloro i quali operano negli Istituti Penitenziari.
Sono solo alcuni dei motivi che inducono queste OO.SS. a proclamare lo stato di agitazione a livello regionale cui seguirà, in assenze di idonee risposte, una pubblica manifestazione di protesta, volta a sensibilizzare, oltre ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, anche l’opinione pubblica in merito al tracollo del sistema penitenziario in tale regione.
In attesa di cortese-urgente riscontro si inviano distinti saluti.