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Correva l’anno 2011 quando, difronte all’ennesima riorganizzazione “temporanea” delle Aree e delle Unità operative praticata dalla S.V., noi della UILPA Polizia Penitenziaria azzardammo una metafora calcistica scrivendo, nella nota n. 069/11 del 13 marzo di quell’anno (che si allega in copia), che: “viste le enormi difficoltà della squadra, l’allenatore ha proceduto all’ennesimo cambio di modulo e di strategia. Restando in metafora, si può dire che sinora, anche con incuranza della critica difronte a scelte palesemente errate, si sono perse molte partite. L’auspicio comune è che si faccia in tempo a salvarsi dalla retrocessione che incombe”.

Esimendoci dal ricostruire minuziosamente ciò che è avvenuto nel lustro successivo, possiamo sinteticamente affermare che in seguito si è continuato ad assistere ad adattamenti e correttivi, pressoché sempre dichiaratamente temporanei, che – va riconosciuto – hanno forse evitato la temuta retrocessione, ma di certo non hanno consentito di disputare campionati da annotare negli almanacchi andandone fieri.

Peraltro, se si è scampati alla retrocessione non è stato di certo per l’opera dell’allenatore o del capitano, né tantomeno dei top player, ma solo ed esclusivamente per l’impegno, il sacrificio e l’abnegazione dei gregari (qui il calcio mutua un termine dal ciclismo) o, per dirla con le parole di un noto cantautore, dei mediani. Fuori dalla metafora: per merito quasi esclusivo degli operatori, dei diversi ruoli, impegnati in prima linea nei reparti detentivi, sugli automezzi per le traduzioni, ai colloqui, negli uffici più sovraccaricati di incombenze, etc.

Da ultimo con l’ordine di servizio di cui in oggetto, la S.V. ha di nuovo mutato, neanche a dirlo “temporaneamente”, l’assetto ed il modulo di gioco della squadra, anche ritornando clamorosamente sui propri passi rispetto ai contenuti del pur recente ordine di servizio n. 161 del 25 settembre 2015.

A questo punto sorge forte il sospetto che non vi siano ancora un progetto e una strategia per realizzarlo ben definiti e che si viva alla giornata, progredendo a tentoni attraverso l’adozione di misure estemporanee e, quasi a voler mettere le mani avanti, dichiaratamente provvisorie magari anche per assecondare la “presidenza” e/o parte della “tifoseria”.

Noi della UILPA Polizia Penitenziaria, peraltro, proprio in rappresentanza dei gregari di cui sopra, in questi anni non abbiamo mancato di far conoscere, con spirito assolutamente costruttivo al di là delle metafore e del colore, il nostro punto di vista, di evidenziare i possibili punti di caduta dei provvedimenti di volta in volta adottati e, quando necessario,  anche di contrastarli con i legittimi strumenti previsti dall’ordinamento.

Ripercorrere oggi quanto prodotto o riprendere, dalla prima all’ultima, le note inviate sarebbe esercizio assai vanitoso, quasi narcisistico: a conclusione dell’opera dovremmo dire che abbiamo avuto pressoché sempre ragione.

Tuttavia, difronte al potere di organizzazione dei pubblici uffici conferito ai dirigenti e alle stesse prerogative dirigenziali, molte volte non ci rimane, nostro malgrado, che prendere atto delle decisioni e studiare, per poi proporlo, il modo per mitigarne gli eventuali effetti negativi.

Con l’ordine di servizio di cui si discute, tuttavia, la S.V., oltre a cambiare nuovamente il modulo di gioco, ha inteso modificare unilateralmente ed a proprio uso e consumo pure le regole del campionato. Col predetto atto interno è stato infatti disposto anche che: “Il Comandante di Reparto […] Avrà, inoltre, cura di assicurare che tutte le Unità Operative predispongano a tempo il servizio programmato per almeno 15 giorni e che i servizi del personale (Mod. 14A) vengano esposti con almeno 5 giorni di anticipo”.

Quanto sopra, in spregio evidente al vigente ANQ, nonché al PIR e all’Accordo Decentrato che lo richiamano, che con i commi 6 e 7 dell’art. 8 detta: “ In ogni struttura penitenziaria il servizio deve essere programmato mensilmente osservando scrupolosamente l’orario di lavoro settimanale previsto dall’articolo 16 del DPR 18 giugno 2002, n.164. – Il foglio di servizio, di cui all’articolo 30 del DPR 15 febbraio 1999, n.82, deve essere predisposto almeno 7 giorni prima della fine del mese precedente e deve essere esposto, per l’intera durata di vigenza, nell’apposito albo ubicato in luogo tale da garantirne la riservatezza”.

Si prega pertanto la S.V. di voler rivedere con cortese, massima urgenza l’ordine di servizio in questione al fine di renderlo compatibile con la normativa pattizia richiamata, evitando così anche il rischio di dover subire sconfitte sentenziate “a tavolino”.

Si invita inoltre la S.V. a concludere con altrettanta urgenza il procedimento avviato conseguentemente alla nota G.DAP 0206745 del 30 maggio 2012 (sic!), ed in ogni caso a riscontrare la nostra  n. 017/16 del 22 febbraio 2016.

Anche perché, almeno nel calcio, quando il gioco non entusiasma ed i risultati sperati non arrivano alla fine a rimetterci è sempre l’allenatore. Persino quando non ne è il solo responsabile.

Nell’attesa, molti cordiali saluti.