Il 30 giugno 1934 si consumò la notte dei lunghi coltelli, avvenimento che portò un noto dittatore al potere dopo essersi sbarazzato dei suoi oppositori.
La storia stranamente, spesso clamorosamente ma anche comicamente, si ripete nel tempo. Sicuramente con sfaccettature differenti ma identica nella sostanza.
E’ così il caposcorta gradito – nota uil penitenziari di Catanzaro del 06 giugno che si allega - che, guarda caso, è anche colui il quale ha acquisito per meriti il brevetto per volteggiare sulla penisola – vedi nota del 12 maggio che si allega – in un caldo pomeriggio di un ambigua estate, ha reputato di rapportare disciplinarmente il Caposcorta Sgradito …. su presupposti che hanno dell’inverosimile ma anche del farsesco.
Il caposcorta gradito, in qualità di responsabile f.f. del nucleo traduzioni e piantonamenti, dopo aver impiegato il Caposcorta Sgradito con un turno non previsto da alcuna normativa - 8/16 piantonamento ospedale – ha anche ritenuto di affidargli un ulteriore incarico alle ore 15:15 in occasione del rientro in Istituto per dimissione del detenuto ricoverato. Ovvero avrebbe dovuto procedere alle notifiche di atti nell’ambito della Provincia. Circostanza che non si è verificata per indisponibilità psico-fisica del Caposcorta Sgradito conseguente all’impiego in servizio protrattosi, di gran lungo, oltre l’orario ordinario.
Per di più, nel piazzale antistante la Portineria erano già presenti gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria che avrebbero dovuto avvicendare all’Ospedale quelli del turno 8/16 e che nessuno si era prodigato di avvisare che potevano fruire di un giorno di riposo, nonostante sin dalle ore 13:00 tutti erano a conoscenza della circostanza relativa alle dimissioni del detenuto ricoverato.
Quindi il malcapitato (sgradito e rapportato),attesa la presenza del personale avvicendante ed il volume del faldone delle notifiche, faceva notare che era opportuno che fossero comunicate da questi ultimi, senza un compito specifico da espletare, e non da chi aveva già prestato 7 ore e 15 minuti di servizio.
Difatti per tale mansione sono state impiegate 5 ore con termine alle ore 21:00. Se fossero state notificate da chi aveva già effettuato 7h e 15’ di servizio, l’Amministrazione avrebbe dovuto remunerare altre 10 ore di straordinario ed avrebbe stremato fino all’osso due appartenenti al Corpo.
Quindi solo lo stato psico-fisicodel Caposcorta Sgradito ha evitato che la verosimile rivalsa del caposcorta gradito producesse un danno all’Amministrazione Penitenziaria.
Ma ………. sicuramente queste valutazioni di buon senso e di logica, sottovalutate e sorvolate da alcuni, saranno state operate e approfondite da chi aveva invece un obbligo di tutela alla luce delle precedenti sensibilizzazioni della Uil in merito alla antecedente, grave e inquietante problematica della “ gradevolezza”.
Almeno si spera.
Dopo due giorni , il caposcorta gradito non pago del rapporto disciplinare redatto su presupposti allegri ed all’insegna della ritorsione, ne redigeva un altro al Caposcorta Sgradito, reo di avergli rivolto alcune frasi non gradite e afferenti il primo rapporto disciplinare. In questa circostanza pare che si sia portato pure un testimone!!!!!!!!!!!!!!!!
La circostanza che avesse un testimone lascia quasi pensar male .
Il problema reale purtroppo è che la battaglia quotidiana che si combatte nei penitenziari con le armi della disponibilità ogni oltre limite, del sacrificio quotidiano, dei mancati riconoscimenti, nel silenzio delle Istituzioni, stona con l’arbitrio di chi la battaglia non la combatte in trincea e ne determina soprattutto fratture dai bottoni della cabina di regia.
Il rischio è che se non si pongono in essere ed in tempo utile, i rimedi necessari, si rischia di rovinare il tessuto sociale con effetti devastanti.
La storia comunque condannò il Dittatore.