Lamezia Terme, 20 maggio - Impegnare i rappresentanti parlamentari e regionali unitamente all’amministrazione comunale per mantenere attiva la struttura del carcere di Lamezia Terme, del centro meccanografico delle Poste di San Pietro Lametino e per la copertura dei posti vacanti dell’organico del tribunale e della procura della città della Piana; un impegno che dovrà riguardare anche l’attivazione del centro protesi Inail che è stato ultimato già da qualche tempo ma che non è stato ancora messo in funzione. Questo l’ordine del giorno approvato all’unanimità dall’assemblea cittadina di Lamezia Terme a conclusione del consiglio comunale aperto di questa mattina. La riunione consiliare straordinaria è stata sollecitata dal Comitato Sintal e dalla Camera penale per dibattere sulla carenza d’organico del tribunale e sulla paventata soppressione della casa circondariale cittadina. All’attenzione dell’assemblea anche la possibile chiusura di altri importanti servizi per la comunità come la facoltà di agraria e il ridimensionamento del centro meccanografico di San Pietro Lametino, riorganizzazione che comporterebbe il taglio drastico di circa 200 posti di lavoro. Alla riunione consiliare di stamane sono stati invitati i rappresentanti istituzionali, i sindacati di categoria e le associazioni del territorio. Non hanno partecipato al dibattito per impegni precedentemente presi la parlamentare Doris Lo Moro e il presidente dell’assemblea di Palazzo Campanella Franco Talarico insieme al consigliere regionale Antonio Scalzo; tra gli ospiti presenti nel salone municipale lametino il deputato Pino Galati e il consigliere regionale Mario Magno.
Ad introdurre i lavori il presidente del consiglio comunale Francesco Muraca, il quale ha dichiarato: “La macchina politico-amministrativa deve sostenere iniziative di interesse pubblico per la promozione sociale, per la pacificazione sociale e per lo sviluppo economico. Il nostro Paese deve rafforzare servizi sociali e legalità. L’eventuale chiusura di strutture e servizi sul territorio - ha rimarcato Muraca - sono elementi di grave preoccupazione perchè verrebbero meno benefici tangibili alla comunità”. Il sindaco Gianni Speranza ha invitato tutti i presenti alla riunione consiliare “ad impostare un lavoro serio e qualificato da indirizzare al governo nazionale. Mi pare chiaro - ha detto il primo cittadino di Lamezia - che sia in atto una progressiva soppressione della nostra città. Quindi ora è il momento di impostare un discorso a 360 gradi con i nostri rappresentanti istituzionali. Abbiamo bisogno di un atto di programmazione in cui la regione si pronunci e proponga un programma alternativo a quello prospettato dall'esecutivo nazionale”. Speranza ha sollecitato “una vertenza comune in modo da muoversi con immediatezza e con costanza”. Per il consigliere regionale Mario Magno bisogna fare in modo che questa città non debba ricorrere continuamente ad una azione di difesa ma pensare in maniera più razionale alla programmazione per lo sviluppo del territorio. “Lamezia - ha ribadito Magno - deve avere una centralità effettiva e non effimera ma questo può avvenire solo se facciamo fronte comune. Non dividiamoci su queste problematiche”. Sulla stessa lunghezza d’onda il deputato Pino Galati che ha sollecitato i presenti alla riunione consiliare a redarre un ordine del giorno condiviso da proporre e replicare anche a livello regionale.
L’avvocato Alessia Notaris, in rappresenranza del comitato Sintal ha ricordato che al tribunale di Lamezia ci sono 21 mila procedimenti civili pendenti e altri 3 mila sono in corso nella sezione penale. Inoltre vi sono stati trasferimenti di diversi magistrati, senza dimenticare che spesso nella sede lametina del palazzo di giustizia vengono assegnati magistrati di prima nomina che poi vengono trasferiti in poco tempo, un turn over continuo che determina grande disagio e instabilità. Notaris ha anche rammentato che nella precedente legislatura, il ministro Angelino Alfano tolse a Lamezia lo stato di ‘sede disagiata’ mantenendolo invece per Catanzaro e Locri. Da ciò la proposta che Lamezia ritorni sede disagiata per avere la completezza d’organico necessaria a svolgere la mole di lavoro che arriva dal territorio. L’avvocato Cesare Materasso, presidente del comitato Sintal ha evidenziato la fortissima crisi che vive Lamezia, una città dove il tribunale è in affanno con le cancellerie al collasso. Sulla casa circondariale, Materasso così si è espresso: “Se questo carcere sarà soppresso è inutile sperare che ne faranno uno più grande. Sul territorio lametino non ne costruiranno un altro”. L’avvocato si è soffermato anche sugli altri servizi a rischio soppressione ed ha proposto di costituire una commissione o un comitato presieduto dal sindaco per le emergenze della città in cui siedanoi rappresentanti istituzionali, il presidente dell’Asi, il vicepresidente della Sacal e anche comitato il Sintal. Ciò perché “stiamo vivendo una emergenza senza precedenti - ha concluso Materasso e dobbiamo darci da fare”. Sulla carenza d’organico in tribunale sta facendo una continua battaglia anche il consiglio dell’ordine forense cittadino presieduto da Gianfranco Barbieri il quale ha detto: “La nostra situazione è seria ma non più grave di quella di altri territori”. Carlo Morace, per la Camera penale nazionale, ha ricordato che la Corte europea per i diritti dell’uomo ha ‘bacchettato’ l’Italia per la situazione carceraria che è una delle peggiori in Europa. L’amministrazione penitenziaria centrale ha un anno di tempo per riorganizzare il sistema afflitto da tante e pesanti problematiche. Morace ha anche aggiunto che a Lamezia lo Stato deve far sentire di più la sua presenza puntando su strutture nuove ed efficienti.
Damiano Bellucci, segretario nazionale del Sappe ( Sindacato polizia penitenziaria) ha fatto notare che sarebbe un’anomalia se fosse soppresso il carcere a Lamezia perché, di norma, ogni città che ha un tribunale deve avere anche un istituto penitenziario.Fabio Schiavone (Funzione pubblica – Ugl) ha insistito sul fatto che gli sprechi sono altrove e che la chiusura del penitenziario di Lamezia “sarebbe un ulteriore spreco di risorse pubbliche, visto che il carcere lametino è stato ristrutturato proprio da pochi anni, anche sul piano della sicurezza”. L’Ugl, quindi chiede la sospensione del provvedimento di soppressione della casa circondariale lametina unitamente ad un ulteriore incontro con i rappresentanti istituzionali locali. Anche Gennaro De Fazio, segretario nazionale Uilpa, ha auspicato il mantenimento della struttura penitenziaria lametina, “Anzi - ha rimarcato De Fazio - meglio sarebbe se Lamezia avesse un penitenziario adatto alle esigenze del comprensorio, considerato l’alto rischio criminalità del territorio. Il tasso di civiltà non può essere rappresentato dall’attuale struttura carceraria di San Francesco - ha commentato De Fazio - A Lamezia non c'è niente per i detenuti, oltre ad un cortile e alle celle. Qui si tratta di rientrare nei canoni europei. Perciò se si vuole mantenere una struttura penitenziaria, si deve pensare ad un nuovo edificio. Il carcere attuale è indifendibile”. Il dibattito è stato animato anche dai tanti interventi dei consiglieri comunali e di diversi rappresentanti di associazioni operanti sul territorio. A concludere i lavori è stata il vicesindaco Milena Liotta che ha affermato: “Purtroppo rincorriamo sempre le emergenze. Ci sono stati anni in cui tutti noi non abbiamo difeso abbastanza ciò che avevamo. Adesso, quindi, la crisi è solo un alibi. Dobbiamo imparare - ha esortato Liotta - a rilanciare la nostra azione politica, ciascuno per la sua parte. Ci vuole una politica nuova che questa città, tra mille sforzi sta cercando di fare. Allora, rimbocchiamoci le maniche e ricominciamo ad operare per il ruolo che abbiamo”.
Maria Scaramuzzino